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Non ostante questi provvedimenti la folla continuò più o meno tutto il mese di marzo e la prima diecina di aprile, finchè le discussioni, gli studi, e i progetti proposti per distruggere questo stato anormale suggerirono a monsignor Morichini il temperamento di emettere l'11 di aprile una ordinanza ministeriale, il primo articolo della quale dice così:

«I biglietti della banca romana saranno ricevuti, dalla pubblicazione del presente decreto in poi e pel corso di tre mesi, come moneta legale, dalle pubbliche casse e dai particolari,»

Il 2° articolo dice: «Per lo spazio di tre mesi, dalla presente pubblicazione, la banca romana è dispensata dall’obbligo di pagare i suoi biglietti in contante.»

Col 3° articolo si restringeva a ottocentomila scudi la cifra dei biglietti che aveva il privilegio di emettere.

Col 4° si prescriveva alla banca» di limitare le sue operazioni esclusivamente al semplice sconto ed al pubblico servizio.»

L’articolo 7° poi portava quanto segue: «A maggior garanzia dei possessori dei biglietti, durante il tempo del loro corso come moneta legale, dovranno questi ad ogni richiesta dei possessori essere cambiati in boni del tesoro fruttiferi, ed ipotecati sopra beni stabili di stabilimenti ecclesiastici, con beneplacito apostolico espressamente a quest’oggetto assegnati, e rimborsabili a scadenze in contanti; in mancanza di pagamento alla scadenza, saranno soddisfatti colla vendita dei beni ipotecati, da eseguirsi immediatamente all’asta pubblica senza spesa alcuna.»

Su questo articolo torneremo a parlare nel capitolo seguente. Intanto diremo che mediante il temperamento adottato dal Morichini, la crisi venne man mano diminuendo d’intensità, e poscia coll’emissione dei boni del tesoro, a cessare quasi del tutto.1


  1. Vedi Gazzetta di Roma del 13 aprile — Motu-propri, n. 47 — Epoca n. 22.