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Queste idee trovansi sparse in un giornaletto che allora divulga vasi, e che dobbiamo al solerte ingegno del cavalier Pietro Righetti giovane di molta spertezza nelle teorie commerciali, il quale distribuivalo in quel tempo gratuitamente a’ suoi amici. Nel detto giornale il Righetti erettosi in promotore della banca nazionale, veniva sviluppando le sue idee. Il suo progetto però venne più tardi; esaminato, discusso e rigettato.1

Del resto le banche di credito in genere ne’ tempi prosperi e tranquilli posson di molto giovare lo sviluppo della industria privata, e rendersi il sostegno sopratutto dei piccoli commerci, ma in tempi torbidi possono riuscire pericolosissime. Sono esse simili all’onestà delle donne, che un motto, un sospetto, una voce maligna, un nonnulla basta ad offuscare.

Noi abbiam dato sulla banca romana alcuni cenni incompleti: ma il diffondersi di soverchio sarebbe officio di economia politica e non della storia.

Ritorneremo però su questo argomento nell’anno 1849, ed intanto passeremo a raccontare le cose occorse nella seconda quindicina di aprile e che terminarono colla famosa allocuzione del Santo Padre del 29, giorno per questo titolo e per le conseguenze che ne dimanarono, d’incancellabile ricordanza.




  1. Vedi il detto giornaletto intitolato l’Interesse nazionale, in quarto, nella nostra raccolta.