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cominciò a parlare positivamente in un supplemento alla Gazzetta di Roma, ove si diceva chiaro che il Santo Padre andava a spedire in Austria un suo delegato apostolico straordinario all’oggetto di far riconoscere la nazionalità italiana, e indurre l’imperatore e la nazione germanica a rispettare i naturali confini e riconoscere nobilmente per sorella la nazione italiana.1

Dopo di ciò si vide subito annunziare dal giornale officiale la partenza di monsignor Morichini per quest’oggetto, e i giornali del 27 ci dettero in coro la famosa lettera all’imperatore d’Austria.2 Ma vi è di più: il ministero tutto fece un indirizzo di ringraziamento al pontefice per avere scritto la lettera all’imperatore.3

A schiarimento pertanto di questo punto importantissimo delle nostre storie diremo che quantunque noi abbiam dato fino dal 3 maggio il testo della detta lettera, perchè fin da quel giorno fu scritta dal pontefice, pure tuttavia ripetiamo che non fu conosciuta positivamente e non ebbe pubblicità che il 27; e invano i nostri lettori la cercherebbero nei giornali prima di quella data per rinvenircela.

Partito il Morichini per l’Austria, e non essendosi trovato in grado di presentare la lettera all’imperatore se non che verso la metà di giugno, incontrò molte difficoltà per farla ricevere, difficoltà che vennero spianate da quel nunzio apostolico monsignor Viale-Prelà, com’esso stesso ne assicurò in Roma me che scrivo quando vi si recò nell’anno 1856, perchè alla corte imperiale non volevasi accogliere una lettera ch’era stata già pubblicata dai giornali. Ripetiamo ciò quantunque nel capitolo precedente lo avevamo già accennato.


  1. Vedi il Supplemento al n. 95 della Gazzetta di Roma del 25 maggio 1848, in principio. L’articolo porta la data del 26.
  2. Vedi il Labaro del 27 maggio 1848. — Vedi la Pallade di detto giorno. — Vedi l’Epoca di detto giorno. — Vedi il Contemporaneo del 30.
  3. Vedi il Supplemento al n. 95 della Gazzetta di Roma.