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L’articolo della Gazzetta di Roma del 25 predispose le festevoli accoglienze al Santo Padre del giorno 26 alla Chiesa Nuova ove essendosi recato secondo il solito per la festa di san Filippo Neri, vi ricevette applausi fragorosissimi.

Nè è da stupirne: poichè oltre ai Romani che festeggiavano il pontefice, perchè papa, vi eran sempre gli uomini del movimento che riconoscevano tuttavia o fingevan di credere e di riconoscere in Pio IX (perchè loro vantaggiava) il rigeneratore d’Italia, e che, incoraggiati dalla presenza, dalle parole e dagli scritti recentissimi del Gioberti, avean ripreso un po’ di quella lena e coraggio., che l’allocuzione del 29 di aprile aveva in essi addormentato.

Si troverà strano che dopo aver tanto parlato della lettera all’imperatore d’Austria vi dobbiamo ancora ritornar sopra. Però l’importanza di quell’atto è tale che ci costringe d’indagare fino allo scrupolo le particolarità che vi si riferiscono.

La lettera fu divulgata, come dicemmo, pei giornali, e ne indicammo i titoli. Nel giornale officiale però, ch’era la Gazzetta di Roma, non fu mai riportato il testo. Oltracciò fu stampata pure e divulgata amplissimamente mediante un foglietto a parte.1

Il nostro foglio officiale del 29 di maggio nella prima pagina, ma sotto la rubrica — parte non officiale, — diceva quanto appresso:

» La lettera di Sua Santità all’Imperatore d’Austria, che già è stata divulgata dalla stampa, è un fatto di somma importanza, ed influirà grandemente sulle relazioni scambievoli dei popoli civili. Il diritto della nazionalità, proclamato dalla coscienza di tutta l’Europa, è sanzionato altresì dalla pietà e dalla religione. Nel secolo XIX, come nel secolo XII, in cima del progresso della libertà e

  1. Vedilo nel vol. V. Documenti, n. 91.