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| 368 | storia |
rosi di averlo quando se ne era privi, avutolo, pochisssimi se ne interessavano, a tal punto che in una riunione di collegi elettorali tenutasi il 13 giugno, v’intervennero soltanto ventisei votanti.[1]
Volendo ora discorrere delle altre cose occorse nel mese ’ di giugno in Roma, che pure crediamo meritevoli di ricordanza, rammenteremo come il 6 del detto mese pubblicaronsi nella Gazzetta di Roma l’ordinanza del ministro delle finanze Lunati, non che gli elenchi relativi ai beni dei luoghi pii assegnati in garanzia dei due milioni e mezzo di boni del tesoro in virtù del chirografo pontificio del 19 di maggio.[2]
Questa misura fu applaudita perchè riconosciuta giusta e necessaria: essendochè mentre col chirografo di sopra memorato si dava un accenno generico dei detti beni, il pubblico ch’era invitato a ricevere in pagamento i boni del tesoro, a garanzia dei quali erano ipotecati, era in diritto di conoscerne specialmente la denominazione, l’ubicazione ed il valore relativo; e così veniva a sparire qualunque difficoltà nella circolazione. Ed in seguito di ciò fu rilasciata la prima serie per l’ammontare di duecentocinquanta mila scudi, la quale ebbe un facile smaltimento.[3]
La estirpazione poi degli abusi essendo tal cosa che alla quasi universalità dei cittadini andava a grado, fece accogliere con favore una circolare del ministro Mamiani del 12 giugno colla quale richiedevasi il novero di tutti gl’impiegati i quali adempivano a più di un ufficio governativo. Ciò per altro era in coerenza del capitolo VI, art. 94 del motu-proprio del 30 decembre 1847 sul Consiglio dei ministri, ove si dispone: che niuno possa coprire diversi impieghi governativi, ed avendoli sia astretto all’oziane.
Egli è come tutti sanno cosa importantissima negli stati costituzionali la verificazione delle nomine dei depu-