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tati. Il Consiglio dei medesimi impertanto seguì nella verificazione dei mandati il metodo più breve, tenendo per valide quelle nomine contro alle quali non era alcun richiamo. Si adottò questo temperamento per brevità, e senza che l’esempio dato dal Consiglio potesse formar legge per l’epoca futura. Può leggersi su di ciò un articolo importante nella nostra gazzetta.1

Il giorno 15 si ebbero due atti del ministro di polizia Galletti. Coi primo in forma di circolare ai presidi regionari si davano disposizioni sui precettati. Era il secondo un proclama ai carabinieri per annunziare ad essi che tanti di loro sarebbero spediti alla guerra per quanti ne ritornerebbero dal campo di quelli che avendo capitolato, non potevan battersi per tre mesi.2

Nella tornata del Consiglio dei deputati del 15 venne dal presidente Sereni fatta la mozione di eleggere una deputazione allo effetto di presentare al Sommo Pontefice le affettuose gratulazioni della Camera in occasione dell’anniversario della fausta sua esaltazione al pontificato. Assentiron tutti coll’alzarsi in piedi, ed applaudendo. 3

Giunto però il giorno 17, che nell’anno antecedente avea provocato la più grande dimostrazione che mai siasi veduta in Roma, tutto si restrinse allo sparo del cannone che annunziò il secondo anniversario della elezione del pontefice, e dopo la cappella papale, alle gratulazioni di forma e di rubrica per parte del sacro collegio, de’ prelati, dei funzionar! pubblici ec.

Tranne ciò non troviamo traccia veruna nel giornalismo, di alcuna dimostrazione popolare. La sola Pallade parla di una dimostrazione alla sera sul Quirinale.4 Il Farini però ne dà un cenno dicendo che: Roma volle far testimonianza di grato animo con una delle solite processioni popolari

  1. Vedi la Gazzetta di Roma del 14 giugno 1848.
  2. Vedi la Gazzetta di Roma del 16. — Vedi il vol. VI Documenti, n. 38.
  3. Vedi la Gazzetta di Roma del 15 giugno 1843.
  4. Vedi la Pallade del 19.