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luglio segnano una nuova epoca del nostro risorgimento. Osanna! Osanna!»1

In un attimo il bullettino quantunque fosse giorno di domenica, venne stampato. Intanto molta gioventù consapevole del fatto in genere e prima ancora di aver letto il bullettino, erasi riunita sulla piazza Colonna. Dei gruppi di plaudenti: si dispersero per la città gridando: viva l’Italia, viva Carlo Alberto e viva Carlo Alberto re d’Italia. Si annunziò la vittoria dal balcone del circolo romano. Molti si recaron quindi sotto quello del ministro sardo marchese Pereto per festeggiarlo. Si mostrò qualcuno al balcone e disse che quantunque la notizia non fosse officiale, era vera. Strano modo per verità di spiegarsi, ma che era all’unisono colla eccezionalità de’ tempi.

Alla mezzanotte si senti la campana di Monte Citorio sonata da mano insolita ed inesperta. I campanari in città furon tutti svegliati, e per forza o per buona voglia costretti a sonare. Ove si trovò resistenza furon forzati gl’ingressi e sfasciate le porte: cosicchè in poco d’ora sentiranni sonare a festa tutte le campane di Roma. In pari tempo udivansi qua e là innumerevoli scariche di moschetteria, e ciò durò per quasi tutta la notte.

La massima parte dei Romani essendo già andata a riposare (il basso popolo massimamente), s’immagini ognuno qual effetto dovesse produrre il sentire tutto ad un tratto scariche di fucili e rintocco di campane che avevan più l’apparenza di essere sonate a stormo che a festa. Pei conventi specialmente ed i monasteri, venerati asili di raccoglimento e di pace, lo spavento fu grande, e molti sconci ne derivarono. L’indomani difatti i ministri dell’arte salutare furono in moto continuo.

A fine di festeggiare la vittoria di Carlo Alberto in un modo più degno e rassicurante, giacchè il festeggiamento della notte trascorsa fu talmente male avvisato, e incompo-

  1. Vedi il VI vol. Documenti, n. 108.