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propria dei popoli meridionali, appalesansi nei Romani superlativamente; cosicchè quantunque la passione politica e i rigori governativi ne avessero affievolito il brio, restavane sempre abbastanza per renderlo uno degli spettacoli più divertenti e sorprendenti al tempo stesso della moderna società.

Sorprendente poi non solo per la grazia, e la varietà degli abbligliamenti, ma per i lepori del volgo, e sopra tutto per quell’ordine che in tanta agglomerazione di corpi viventi, e in tanta ilarità di spiriti vi si mantiene, al punto che in Roma sola è possibile, per confessione di tutti gli stranieri, ciò che in qualsivoglia altra città riescirebbe del tutto impossibile. .

Lasciando alla Crusca, al Ducange, e al Muratori la definizione e la etimologia della parola carnevale o carnovale o carnasciale, sembra però fuor di questione essere esso una emanazione o residuo del paganesimo, ed aver tratto origine dagli antichi baccanali o saturnali, esclusa però la sfrenata licenza che nei medesimi, presso gli antichi Romani, manifestavasi.

Otto giorni dura il carnevale di Roma, cioè dal sabato che precede la domenica di sessagesima a tutto il martedì avanti il giorno delle ceneri. Un venerdì e due domeniche vi si trovano comprese, ma non ne fan parte. Nell’anno 1848 cadeva il primo giorno il sabato 26 febbraio e l’ultimo il martedì 7 marzo, come dicemmo più sopra.

Lo spirito della rivoluzione fu sempre contrario al carnevale, ed il carnevale fu scelto per lo scoppio della rivoluzione nell’anno 1831. Ciò che sarem per dire e i documenti che porremo in evidenza chiariranno questa nostra asserzione.

Intanto non sarà inopportuno il rammentare che pei divertimenti del carnevale del 1848 fin dall’11 di gennaio si emise dal ministro dell’interno una circolare.1 E

  1. Vedi la Gazzetta di Roma del 18 gennaio 1848.