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a rivoluzione compiuta. Un saggio delle loro macchinazioni potrà aversi leggendo l’opera dello Chenu intitolata Les conspirateurs et les sociétés secrètes — Paris 1850 — 1 vol. in-12. Basterà a noi di riportarne un brano, il quale potrà dare una idea delle dottrine sovvertitrici che in Francia avevan messo radice. Eccolo:

«Il socialismo apparve sotto ben tristi auspici: si presentò da principio come un ramo del comunismo: in oggi minaccia d’invadere la società tutta intiera, e non dissimula più le sue speranze. Io lo dico altamente, guai alla Francia, guai alla civiltà dell’Europa, se giammai questo partito trionfa per la debolezza o piuttosto per la imperizia dei nostri governanti. Allora non più arti, non più industria; vedrebbero rinnovarsi più sanguinose le proscrizioni del 1793. Comitati di salute pubblica, divisione dei beni, ghigliottina in permanenza, il regno del terrore, e le passeggiate notturne per ispaventare la borghesia. Tutto ciò si vedrebbe.

» E non credasi già ch’io renda fosco il quadro. È un riassunto fedele di ciò che si è detto per diciotto anni nelle società segrete; e se febbraio non ha portato tutti questi disordini, si devè agli uomini moderati del partito repubblicano che presero la direzione della cosa pubblica, ed han saputo contenere coloro che un giorno avevan cospirato con essi.1»

Quanto alla Camera dei deputati possiamo stabilire dietro l’opinione di un uomo il più competente in queste materie, lo stesso presidente della Camera dei deputati dell’anno 1848, M. Sauzet, uomo per virtù e per ingegno rispettabilissimo, che la sessione del 1846 preparò molto è fece poco:2 che quella del 1847 si occupò principalmente nello alleggerire i mali terribili della carestia che pesò sulla Francia; ed un sì nobile scopo non farà

  1. Vedi Chenu, Les Conspirateurs, pag. 49 e 50.
  2. Vedi Sauzet, La Chambre des députés et la Révolution de février, Paris, 1851, in-8.