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giante, anticamente sotto i Visconti o gli Sforza, recentemente sotto i Leuchtenberg o gli austriaci arciduchi. L’amore d’Italia può molto, ne conveniamo. Pur tuttavia, siamo ancora in dubbio se alla lunga potrebbe acconciarsi a servire quale città di second’ordine alla signoria piemontese.

Che mai dir non potremo della potente Genova, cui attribuissi perfino l’appellativo di Cartagine dell’Europa? Potente per le armi, potente pel commercio, potente per la marina, soprattutto fino al secolo quattordicesimo. Celebre pel suo porto, per la sua darsena, pe’ suoi magnifici palagi, di cui essa sola tanti ne accoglie, quanto la Francia intera. Celebre per gli uomini grandi che produsse, fra i quali citerem solo un Andrea Doria ed un Cristoforo Colombo, nè men celebre per le famiglie degli Spinola, dei Fieschi, de’ Grimaldi, dei Fregoso, degli Adorno, de’ Carrega, degl’imperiali, dei Guarci, de’ Montaldi, dei Durazzo, dei Brignole. Ma il parlarne convenientemente ci menerebbe tropp’oltre e senza scopo, poiché Genova fu annessa ai Piemonte pei trattati del 1815.

Parma città antichissima della penisola italiana, perchè eretta nel sesto secolo di Roma, a parte lo splendore della sua corte ducale, a parte le gesta e le grandezze della famiglia Farnese, rammenta con gloria fra i suoi concittadini un Pietro Giordani, e lo averci dato un Bodoni che spinse l’arte tipografica ad un punto tale di perfezione, da disgradarne gli Aldi, i Commi, i Didot, i Brindley ed i Baskerville.

La stessa Modena non può non andar gloriosa della sua antichità che rimonta agli ultimi secoli della repubblica romana. Va essa superba del suo museo, della sua galleria e della sua magnifica biblioteca, e rammenta sempre con orgoglio di essere stata la patria del Sigonio, del Sadoleto, del Montecuccoli, del Correggio, dello Spallanzani, del Tassoni, del Falloppio, del Testi, del Castelvetro, e di quel portento di sapere che fu Ludovico Antonio Muratori.