Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. III).djvu/288

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tura radissimi) dello stato, vanno accadendo, e che turbano miseramente questo generale e maraviglioso concorso di un intero popolo nell’opera della sua redenzione, sono un’atroce ingiuria alla purezza de’ principi repubblicani. Per essi l’idea vergine e maestosa che oggi si eleva sul Campidoglio è gittata nel fango; per essi il nuovo patto di amore e di perdono, giurato in Roma dai veri credenti nell’avvenire dell’umanità è profanato; per essi l’opera della vita e l’armonia della libertà sono orribilmente infrante e calpeste.»1

Due settimane dopo, come racconteremo nel capitolo seguente, vituperava lo stesso Saffi le arbitrarie requisizioni e le violazioni della libertà individuale, alle quali abbandonavansi alcuni militi della guardia nazionale. Ed egli, che giustamente biasimava cosiffatte turpitudini quando parlava ai cittadini dello stato romano, teneva ben diverso linguaggio quando informava le potenze estere, siccome fece il giorno 3 con una nota, ove encomiava i procedimenti dei repubblicani, e sosteneva che collo avere abbattuto il dominio temporale dei papi erasi compiuta un’opera gloriosa.2

Amanti noi come siamo della verità e della giusta libertà che è compatibile fra uomini civili, domanderemo se fosse un bel vivere sotto un regime ove, per confessione dello stesso governo, i delitti di sangue funestavano i cittadini, ed ove tante altre cose irregolari commettevansi; fra queste citeremo:

1.° Le commissioni militari ed i giudizi statari.

2.° Le giunte temporarie di pubblica sicurezza, che erano una vera parodia dei comitati di salute pubblica sotto la francese rivoluzione.

3.° Il corso forzoso dei biglietti della banca.

4.° Il prestito forzoso, e tutte le vessazioni che ne conseguivano.


  1. Vedi Monitore del 5, pag. 144.
  2. Vedi detto del 6, pag. 149.