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governo, adottato un qualche temperamento di questo genere, viene a defraudar l’erario senza favorire il basso popolo, ma sì bene coloro che avendo un qualche scudo in tasca, possono profittare subito della misura del momento.

Questo caso si verificò allorquando il governo repubblicano abolì con decreto del 15 aprile l’appalto dei sali, noto sotto il nome di amministrazione cointeressata, e portò il prezzo del sale ad un baiocco la libbra.1

Applaudì il famoso Paradisi, di cui tanto parlammo sotto la data del 20 novembre 1847, a questa disposizione, e pubblicò un foglietto in apologia del provvido governo, il quale noi riportiamo perchè rarissimo e quindi da non potersi consultare, mentre il decreto del Monitore ognuno può leggerlo a suo bell’agio. Esso foglietto era espresso così:


«Ai cittadini della Repubblica romana.


» Il Triumvirato ha pubblicato una legge colla quale proclama la libertà del commercio dei sali. Ciò significa che chiunque vuol comprare per rivendere il sale è padrone di comprarlo dove vuole, da chi vuole, e lo può rivendere per quel prezzo che vuole.

» Sapete voi che il sale nelle fabbriche di Trapani e di Francia costa perfezionato baiocchi 25 per ogni mille libbre cioè ogni dieci libbre costano un quattrino ed un quarto di quattrino? Sapete voi che costando poco più di questa somma nelle vostre saline vi si rivendeva scudi venti e sc. 25 il migliaio? Questo immenso lucro per chi era? Oh Dio! povero popolo; nè questa è ipocrisia, ma storia, dolorosa storia di evidente verità.

» Dunque la provvida legge della Repubblica ha detto:

Le saline della Repubblica venderanno il sale ai cittadini per un baiocco la libbra e così la Repubblica avrà quel

  1. Vedi il Monitore del 15, pag. 331.