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remo noi al meglio che potremo appoggiando sempre coi documenti il nostro racconto.

Già fin dal 18 decembre erasi manifestato del movimento in città per parte di persone del più torbido aspetto, ma la civica avendo spiegato molta operosità, l’ordine non venne turbato, ed il generale Gallieno con un sollecito ordine del giorno ne lodò la condotta.1

In seguito di che, per la sera del 19, si convocò una generale riunione della guardia civica sulla piazza dei santi Apostoli per l’oggetto esclusivo di concertarsi sui mezzi, e procedere ben anco al discacciamento di questi perturbatori che tenevano inquieta e timorosa la città, e minacciavanla di una graziosa visita della repubblica una e indivisibile.

Vi concorsero per lo meno un cinque o sei mila civici, e furon fatti i fasci d’armi e accesi i fuochi nella piazza per bivaccarvi occorrendo anche la notte, ed in ciò i Romani detter prove non dubbie di coraggio, di buon volere, e di patriottismo.

Tutti i colonnelli, i maggiori, e il generale della civica Gallieno col suo stato maggiore eran sul luogo, ed il quartiere del 2° battaglione Trevi situato in quella piazza formava il quartier generale.

Quando tutto ad un tratto si videro circolare per le file dei militari copie stampate di un indirizzo al generale della guardia civica ove, se da un lato si accennava al discacciamento dei perturbatori, figurava dall’altro come il vero oggetto della riunione, la proclamazione della Costituente.

Questo indirizzo riuscì nuovo a tutti, meno che agli affigliati alle riunioni d’onde scaturiva la riprovevol manovra.

Esso diceva così:

«Nei gravi e solenni momenti in cui trovasi Roma e lo stato, nelle presenti circostanze eccezionali, la guar-

  1. Vedi la Gazzetta di Roma del 19 decembre 1818.