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della rivoluzione di roma | 425 |
reazione discoperto e sventato dal governo, non avrebbe dovuto giammai compromettersi coll’intervenire ad una riunione armata il cui scopo quello si era di fare atto di adesione alla repubblica. Questo incidente rimase occulto e misterioso. Il giornalismo non ne parlò affatto.
In detto giorno ebbe luogo altresì la rivista della truppa di linea sulla piazza di san Pietro.[1]
E mentre i Francesi col loro sbarco a Civitavecchia apparecchiavansi ad assalire Roma, il battaglione lombardo vi giungeva, secondo il Vaillant, il giorno 28.[2] La Speranza dell’epoca però registrò detto arrivo sotto il giorno 29,[3] e così fu, come ci racconta il conte Dandolo che ci dette la storia della legione lombarda.[4]
Reputiamo interessantissimo il racconto che fa il Dandolo della venuta in Roma della legione, tanto per l’intelligenza della storia, quanto per far conoscere i sentimenti che animavano quell’onorato corpo militare. Eccolo:
«CAPITOLO III.
» Roma.
» Qual avvenire ci si preparava entrando nello Stato romano? Noi non sapevamo affatto immaginarlo. Della spedizione francese non avevamo ancora notizia sicura, e certo nessuno di noi sapeva allora prevedere quel miserando conflitto che poi ha fatto meravigliare i più accorti. I più fra noi avevano pochissima simpatia per quel governo alla cui testa era Mazzini, e motivi tutt’altro che politici ci avevano indotti ad abbandonare il Pie-