Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. III).djvu/495

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trebbe che coll’esizio d’intere popolazioni. Tre milioni d’italiani han giurato di seppellirsi sotto monti di macerie, di avvolgersi nei ruderi delle loro città prima che disertare il glorioso principio che tanto sollevolli nella dignità d’uomo; e il popolo di Roma, questo popolo unico ornai nei fasti d’Italia per altezza di propositi, per tenacità di volere, per valore e potenza, li guida nell’agone glorioso. L’Europa vi pensi; la lotta non è più d’esercito a esercito, d’uomini ad uomini; è lotta che abbraccia tutto un mondo morale d’idee, di speranze, di fede; che un eco aver potrebbe tino alle più tarde generazioni. S’ella perdura nella lotta, noi pure, il giuriamo, vi perdureremo; e quel Dio che fu sempre il Dio dei liberi e dei forti, farà rifulgere anche una volta la sua luce fra noi per porre il suggello alla liberazione del nostro popolo.

» Roma 7 maggio 1849.

» Il ministro degli affari esteri
» Carlo Rusconi1



Non ricordiamo di aver letto giammai un complesso simile di esagerazioni, di amplificazioni, di caricature! Tre milioni di uomini che hanno giurato di seppellirsi sotto le macerie! Che è quanto dire tutti gli abitanti dello stato pontificio, dal primo fino all’ultimo, dal fanciullo lattante al vecchio decrepito. Tutti dunque, i bambini, i ragazzi,! giovani, gli uomini, i vecchi d’ambo i sessi, di tutte le opinioni, di tutte le condizioni, i caldi, i freddi, i temperati, gli assennati, gl’imbecilli, i nobili, i plebei, i preti, i frati, le monache, tutti tutti, secondo il Rusconi, avevano giurato di morire sotto le rovine della patria; e ciò si asseriva in un atto solenne che inviavasi ai rappresentanti delle grandi e piccole potenze il 7 di maggio dell’anno di grazia 1849!....


  1. Vedi il Monitore dell’8 maggio 1849, pag. 431.