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i Tedeschi; che ciò accadendo, era certa la invasione di queste provincie dal nemico.

» I speculatori, persuasi di riuscire nelle loro trame, lasciarono qui Garibaldi coi seguaci, di tutto sprovveduti, contando di trovare delle risorse nel saccheggio; per cui fui obbligato di dargli trecento scudi, mantenimento e mezzi di trasporto sino a Ravenna, ove colà arrivato aveva dato la sua parola di onore di subito imbarcarsi per Venezia. E questa parola come fu mantenuta? Si fermò unendosi al Masina, e dopo esservisi fermati alcuni giorni facendosi mantenere dai Comune, si portarono assieme a Forlì, ove rimasti alcun tempo, sempre a carico del paese, cercando di muovere la popolazione alla rivolta, vedendo che la città cominciava a stancarsi della loro presenza, hanno preso la via di Cesena e Rimini, dicendo che andavano in Ancona per trovarsi sicuri ad ogni evento e difendervisi, esigendo sempre nella loro marcia mantenimento e paga.

» Tutto questo, dev’essere a quest’ora noto a vostra eccellenza, avendo ella presentemente l’alta polizia nelle sue mani, sino dal momento che Garibaldi mise piede nello stato pontificio, esistendo su di ciò i rapporti inoltrati al ministero; quindi sono certo, conoscendo quanto le stia a cuore il bene e la tranquillità dello stato, che se si fosse trovato alla mia piazza, avrebbe preso misure più energiche delle mie.

» Ora domando a lei, signor ministro, se uno stato che sia ben governato, possa e debba tollerare degli avventurieri, che altra mira non hanno che il disordine, mettere a contribuzione ovunque vanno, e dirigendosi a loro capriccio. Un governo che soffre tali cose, mostra la sua debolezza e mancanza di coraggio d’impedirle, e sottomano le protegge. Qui non v’è alternativa.

» Esprimendosi che mai potè fare argomento che io volessi pormi in contraddizione col governo, sebbene vi fosse chi lo dicesse c lo scrivesse, e ch’ella non lo credette