Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. III).djvu/569

Da Wikisource.

della rivoluzione di roma 565

accomiatava il romano ambasciatore. Il quale però non si ristette, e ci racconta esso stesso di aver veduto a Londra e a Parigi gli uomini più influenti, di averne ottenuto assicurazioni di simpatia, ma nulla più: ci dà anche i nomi di taluni e sono lord Beaumont, lord Minto, sir Riocardo Cobden, Milnes, in Inghilterra, Ledru-Rollin, in Francia. Di altri si limita ad indicare le iniziali. 1

Se queste pratiche furono le palesi e quelle di cui la storia potè prendere ricordo, lasciamo che i nostri lettori s’immaginino le altre d’indole tenebrosa che rimarranno occulte eternamente, e che pure ebber luogo fra tutti i democratici della gran famiglia europea, ai quali Roma dava ad un tempo impulso ed incoraggiamento.

In addizione a quanto abbiamo detto giova rammentare che verso la fine di maggio venne trasmessa alla municipalità di Parigi la nota dei danni cagionati dai Francesi alla basilica di san Pietro.2

È vero che un mese dopo monsignor Lucidi economo di quella fabbrica smentì solennemente la esistenza dei danni presunti: ma l’odiosa accusa restò, e la difesa pochissimi la lessero.3

Ma non basta. Altre pratiche e di genere clandestino adottaronsi verso i soldati francesi.

Stampavansi in sesto piccolissimo proclami, indirizzi, e bullettini diretti all’armata francese ch’era al campo nel mese di maggio, ed in carattere per conseguenza appena intelligibile. Taluni non avevano che tre pollici di largo contro cinque di lungo, e trovavasi la maniera d’inviarli al campo. Diffamavasi in quelli il governo attuale di Francia, e vi si parlava della vittoria dei socialisti nelle elezioni che incominciarono in Parigi alla

  1. Vedi Rasconi, vol. II, pag. 70, 87, 89 e 93. — Vedi Farini, vol. IV, pag. 142. — Vedi Monitore, pag. 505.
  2. Vedi Monitore del 30 maggio 1849, pag. 522.
  3. Vedi Giornale di Roma del 4 luglio 1849.