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della rivoluzione di roma 569

di Napoli: le poche truppe napoletane al primo attacco sono fuggite, e il Generale è entrato in Arce e nella rocca di Arce: ma conoscendo che tutto all’intorno non vi erano nemici, e che il confine era libero, è rientrato nel nostro Stato.

» La patria chiama la nostra invitta armata a nuovi combattimenti, e a nuove vittorie.

» Un forte presidio resterà nella provincia di Campagna, malgrado che una nuova invasione napoletana sia divenuta impossibile; così grande è lo spavento che le giornate gloriose per noi di Palestina e di Velletri hanno gettato nell’esercito del Borbone.

» Frosinone 28 maggio 1849.

» Il Commissionario straordinario ff. di Preside
» P. Sterbini1


Quello poi del Garibaldi diceva così:

«Figli d’Italia! popoli traditi! noi siamo con voi, noi che vincemmo il vostro tiranno a Palestina e a Velletri: il vostro tiranno che primo a fuggire vi trascinò col suo esempio, e spense in voi ogni scintilla di coraggio.

» Se oggi non somigliate a quei Napolitani, che un giorno vinsero con tanto valore lo straniero a Velletri, non è vostra la colpa, ma di quella tirannide che vi conduceva a combattere contro i fratelli; e voi pure sarete degni del nome italiano quando pugnerete animati dal santo amore di libertà, e d’indipendenza.

» Noi non veniamo ad imporvi alcuna legge; noi veniamo per aiutarvi a rompere la ignominiosa catena, noi veniamo per dirvi una parola libera, motrice di magnanimi affetti, noi veniamo per innalzare in mezzo a voi il vessillo della patria comune.


  1. Vedi Monitore, pag. 517.