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Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. III).djvu/628

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624 storia

Agli stringenti bisogni dell’erario pubblico veniva però a porgere un qualche sollievo il famoso Filippo Paradisi del quondam Tiberio, del quale parlammo, e forse troppo, sia sotto la data del 20 novembre 1847 per le accuse da lui dirette contro Torlonia, sia sotto il giorno 15 aprile per la diminuzione del prezzo del sale, sia finalmente sotto il 5 maggio per il processo verbale relativo ai prigionieri francesi.

Quest’uomo dunque beneficato già dal governo pontifico, e benemerito poscia della repubblica romana, scriveva sul Monitore del 18 giugno: «In Londra si è istituito un Comitato per raccogliere danaro onde soccorrere i feriti in Roma e le famiglie degli estinti nella lotta che questo popolo sostiene. Oltre 4,800 franchi sono stati versati in un giorno da Americani, da Inglesi e da poveri emigrati Italiani, e le oblazioni continuano. — A momenti riceveremo da altri punti del globo le offerte dell’umana famiglia — 200 milioni di figli sperava poter volgere il papa contro di noi, ma non ha trovato che pochi sgherri; le migliaia offerte oltre mare ed oltre monte lo faranno fremere nel dover confessare che la nostra è guerra di umanità contro la forza bruta, e contro i falsificatori del Vangelo.»1

A queste ridicole millantazioni del Paradisi risponderemo con un semplice fatto. Mentre i nemici del papato appartenenti al vecchio ed al nuovo mondo, accozzavano la meschina somma di 4,800 franchi pei repubblicani di Roma, i cattolici dell’universo intiero senza strepito e senza millantazioni, inviavano al Santo Padre in Gaeta oltre 1,000,000 di scudi.

Il giorno 19 veniva assoluto dal Consiglio di guerra, e dimesso dal forte sant’Angelo il colonnello Amadei del genio, accusato di oscitanza in servizio.2


  1. Vedi il Monitore del 18 giugno, pag. 599.
  2. Vedi detto, pfg. C03.