Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. III).djvu/697

Da Wikisource.

della rivoluzione di roma 693

Il generale comandante l’artiglieria francese doveva procedere immediatamente all’inventario delle armi e munizioni d’ogni sorte che si trovasser nella piazza.1

Ugualmente nel dì 5 luglio il governatore di Roma Rostolan diceva in un suo bando che avendo la maggior parte dell’armata romana offerto al generale in capo il suo concorso per la pacificazione così della città come degli stati romani, ed essendo stata accettata la sua cooperazione, si sarebber vedute d’allora in poi le truppe francesi e le romane procedere d’accordo per ottenere il fine dell’ordine e della quiete.2

Nel medesimo giorno in cui queste cose accadevano in Roma, altro atto più solenne compievasi in Gaeta. Fu colà che dimorando tuttora il Santo Padre con la sua corte, il colonnello Niel gli rimetteva le chiavi della città di Roma, accompagnate da una lettera del generale Oudinot al quale il Santo Padre dirigeva in risposta la lettera seguente:


«Signor Generale Oudinot di Reggio

» Roma.


» Il conosciuto valore delle armi francesi, sostenuto dalla giustizia della causa che tratta, ha raccolto il frutto che a quelle armi era dovuto, la vittoria.

» Accetti, signor Generale, le mie congratulazioni per la parte principale che in così grave avvenimento è a lei dovuta, congratulazioni non pel sangue sparso dal quale abborre il mio cuore, ma pel trionfo dell’ordine sopra l’anarchia, e per la restituita libertà alle persone oneste e cristiane, per le quali non sarà quindi innanzi un delitto o di usufruire i beu. che Dio ha loro dispensati, o di poterlo adorare fra la di vota pompa del culto, senza pericolo di perdere la libertà o la vita.


  1. Vedi Raccolta ec., pag. 4.
  2. Vedi detta, pag. 5.