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della rivoluzione di roma 715



CAPITOLO XX.


[Anno 1849]


Enunciazione delle cause ch’esercitarono una influenza sulle condizioni morali dei Romani dal tempo della restaurazione pontificia nel 1815 sino all’assunzione di Pio IX al pontificato, affine di spiegare l’appoggio che dettero, quantunque in piccola parte, alla romana rivoluzione. — Conclusione dell’opera.


Coll’ingresso dei Francesi in Roma il 3 luglio 1849 fu spenta la romana rivoluzione la quale ebbe il suo incominciamento non già nell’anno 1848, siccome molti credono, ma nel giorno stesso in cui si conobbe l’atto di amnistia, ossia il 17 luglio 1846: e la Francia che ne fu l’istigatrice e l’educatrice primitiva stante la diffusione delle sue dottrine, la Francia fu quella che spegnendola fece bene, ma distrusse l’opera sua.

Intanto, quantunque abbiamo provato nel contesto delle nostre storie che questa rivoluzione fu in gran parte cosmopolitica, che genti d’ogni nazione e di svariate dottrine la capitanarono e la sostennero, che i Romani vi figurarono in una impercettibile minorità, e che la maggioranza appartenne agli estranei, non è per questo men vero che un certo appoggio vel dette anche Roma: perocchè alcuni principi sia di desiderato progresso, sia di mal celato scontento, sia infine di odio manifesto del dominio clericale (sebbene in piccola quantità comparativamente alla popolazione) vi germinavan da vari anni, e solo nel tempo di sopra accennato presentarono il loro sviluppo in un modo lato e palese.

Ora il ricercare le origini d’onde emanarono siffatti germi di ostilità non fia disutile investigazione. Se facemmo il racconto della malattia, è giusto lo indagare le cause che la produssero.