Pagina:Storia della rivoluzione di Roma (vol. III).djvu/722

Da Wikisource.
718 storia

mente la enciclica di Pio IX che incomincia Qui pluribus, e che è dell"anno 1846. Vuolsi poi che Leone XII in una conversazione intima, parlando delle società segrete, dicesse: E noi abbiamo avvertito i principi, e i principi han dormito; e noi abbiamo avvertito i ministri, ed i ministri non han vegliato!1

Roma per verità incominciò a cambiare fisonomia e ad entrare in una fase del tutto nuova dopo il ritorno del Santo Padre nel 1815. Prima dell’impero qualche raro signorotto inglese la visitava. Durante l’impero tre soli vi rimaser per anni e furono un Motteux negoziante, un Money che vi si accasò, e il dotto archeologo Dodwell che tolse in isposa la contessa Giraud, poi contessa Spaur. Questi furono tutti i visitatori inglesi che accolse per anni e anni la città eterna.

Accaduta la restaurazione del 1815, restaurazione nella quale la Inghilterra ebbe una parte precipua, gl’inglesi che per tanti anni, stretti dal blocco continentale di Napoleone, eran rimasti chiusi nelle loro isole, gl’inglesi che avevano contribuito notevolmente a far restituire a Roma gli oggetti d’arte ed i manoscritti del Vaticano, gl’inglesi infine che come protettori (in allora) del diritto, e sapendosi fra i liberatori di Roma, capivan bene che vi sarebbero stati magnificamente accolti, furono presi da tale una smania di visitare la nostra città, che equivaleva ad una Romamania. A Roma dunque, nella capitale del mondo cattolico, nell’emporio incontestabile delle arti recavansi, e Roma per ritrovo annuale d’istruzione e di divertimento, nella stagione invernile, sceglievan di preferenza.

Accoltivi ospitalissimamente dal Cardinal Consalvi ministro e segretario di stato del reintegrato Pio VII, ben ricevuti dall’aristocrazia romana con la quale subito si unirono in amichevoli legami, acclamati e benedetti siccome amici e protettori dalla popolazione di Roma, e mas-

  1. Vedi Artaud, Histoire du Pape Léon XII. Paris, 1343, vol. II, pig. 21. — Vedi Cantù, Storia di cento anni (1750-1850), edizione di Firenze del 1852, pag. 325.