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LIBRO VIII 181

colonne, gli obelischi, i templi, gli archi, le terme l’antico fasto della dominatrice del mondo. Francesco I che erasi fatta una legge di rifiutare l'invito alle feste particolari, fece ringraziare dal suo gran ciamberlano conte di Wrbna l'ambasciatore francese, che preparavagli magnifica festa: accettò per altro quella che splendidissima, a nome del santo padre, offrivagli il senato e il popolo romano nelle aule capitoline. Lo sfarzo, la magnificenza, il buon ordine resero più magnifica e più bella la dimostrazione rispettosa dalla città tributata all'imperatore. I capo lavori che arricchiscono il museo, vedevansi vagamente disposti nell'interno degli appartamenti aperti alla festa. I cardinali, gli ambasciatori delle due corti, i principi stranieri, la nobiltà romana, la municipale rappresentanza corteggiavano Francesco I che, dopo aver assistito al’un fuoco artificiale, incendiato sulla piazza del campidoglio e ad una cantata solenne eseguita a suo onore passò, sovra un ponte appositamente costruito, all'appartamento dei conservatori di Roma ove erano disposte le mense. L'augusto monarca invitò i cardinali e gli ambasciatori che, entrando seco lui nella sala, videro nel bel mezzo della tavola grandeggiare, come in trionfo, l'antica lupa di bronzo che alcuni dissero colpita dal fulmine il giorno in cui Giulio Cesare fu pugnalato. A mille commensali aprendosi le altre sale, tanta folla ingombrò i vasti ambienti, che fu difficile serbar l'ordine, impossibile disporre i posti, secondo il grado dei convitati. Soddisfatto Francesco I delle accoglienze, incaricò Consalvi a rendere in suo nome le dovute grazie al pontefice. L'ambasciatore austriaco Kaunitz offrì nel palazzo Braschi sontuosa festa al sovrano che, visitando Roma, volle onorare di sua presenza gli studi artistici di Canova, Landi, Camuccini, Wiear, Torwaldsen, Fabris, Alvarez e Scholler. Nel palazzo di Venezia vide l'esposizione dei pensionati lombardo-veneti divenuti suoi sudditi, in quello dei Caffarelli degli artisti tedeschi: grazioso pensiero che torna sempre a gloria di Roma riguardata come l'educatrice dei buoni ingegni, l'ateneo dell Europa. Due feste di ballo date nel teatro Alibert e nell’anfiteatro Corea, la corsa del fantino