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182 VITA DI PIO VII

Sulla piazza agonale ed altri divertimenti contribuirono a render più liete le accoglienze del pontefice, più grata l'ospitalità dei romani. Visitando i paesi suburbani, dal palazzo dei Cesarini in Genzano ammirò il lago di Nemi, che un tempo dissero di Diana: osservò con interesse la valle della Riccia, le albanesi antichità: vide la stupenda collezione di terre cotte nel casino dei Carnevali in Albano e tornato in Roma si recò a far visita a Carlo Emmanuele IV, chiuso a vita tutta religiosa nel noviziato dei gesuiti e a donna Elena Chiaramonti sorella di Pio VII nel monistero che chiamano delle Barberine: quindi per volontà del pontefice trasferita in quello delle benedettine in campo marzio. Queste le feste civiche: le funzioni di chiesa, che rendono Roma città unica al mondo, furono quelle della settimana santa e di pasqua: circostanza solenne, in cui nella basilica vaticana tutta si spiega la sacra pompa delle ecclesiastiche ceremonie. Nel giovedì e venerdì l'imperatore con ventisette principi e principesse di case sovrane, dopo aver assistito in separate tribune ai sacri riti, pranzò nell'appartamento del segretario di stato, mentre desinavano in altre stanze i cardinali, gli ambasciatori e i più ragguardevoli personaggi che trovavansi in Roma. La Gerusalemme liberata, sacro oratorio posto in musica da Zingarelli amico a Consalvi, venne eseguito la sera nelle stanze del Vaticano. Lo stato di debolezza, in cui trovavasi Pio VII non gli permise celebrare la messa solenne nel dì della pasqua: prestò solamente assistenza dal trono alla messa pontificata dal decano del sacro collegio Mattei, quindi, assiso in sedia gestatoria, dalla gran loggia della basilica benedì l'immenso popolo accorso sulla piazza del Vaticano. Rimanevano quattro giorni al compimento di un mese, dacchè Francesco I trovavasi in Roma, quando in compagnia dell'augusta consorte e della figlia recavasi per un mese a diporto in Napoli, seguito in quel ridente soggiorno dal principe di Metternich e dai personaggi venuti seco lui da Vienna.

XXI. L'imperatore che avea promesso al pontefice