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28 VITA DI PIO VII

Segnato appena il trattato di Tolentino, corse ai piedi di Pio VI per implorare il ritorno in Imola. Il pontefice, che condiscese alla sua domanda, nell'accomiatarlo raccomandava al buon vescovo la moderazione e la prudenza commendevoli sempre, ma necessarie quando gli spiriti altrui sono esaltati, ed evidente manifestasi la corruzione dei popoli. Per la nequizia dei tempi trovava egli infatti o guasta o sedotta l'Imolese diocesi. Infiltrate per il contatto le massime repubblicane nel popolo, vedeasi scemato in molti il sentimento di fedeltà e di religione, in molti soffocato dalla paura. Scacciati i sacerdoti fedeli ai loro doveri, imprigionati quelli, che ad onta delle minaccie non vollero allontanarsi, i cittadini incontravano seduzioni moltissime, esempi di virtù o pochi, o inefficaci. Conseguenza di questo l' irriverenza ai templi, il. disprezzo delle cose più sante, il disordine, la delazione, il sospetto. Arse di zelo l'animo generoso del cardinal Barnaba Chiaramonti e nel desiderio di contraporre una barriera all'impeto dei mali minacciane la sua diocesi, cercò con l'esortazioni e con le omelie calmare l'effervescenza, destare in tutti sentimenti di compassione verso il sovrano, trambasciato da ineffabili angustie e di amor filiale verso la chiesa madre comune oppressa e perseguitata. Intanto mali peggiori andavansi maturando. Il dì nove luglio 1797 in una sola fondeva Bonaparte la cispadana e transpadana, creando la cisalpina repubblica. Frutto della pace di Campoformio congiunse Bologna al Ferrarese, all'Emilia, a Comacchio ed altre terre, che ne dilatarono i confini: avvisava intanto per pubblici bandi il capitano delle armi repubblicane, essere il governo di Francia convinto esiggere l'universale vantaggio e il bene della libertà, l'unione dei popoli in una sola famiglia, perchè i diritti, i privilegi e gl'interessi comuni fossero validamente propugnati e difesi dalla volontà universale: egli volerlo energicamente per fare la felicità degl'italiani sempre delusi. Per altro a queste parole conseguirono fatti diversi che scossero la veneta e crearono in mezzo all'Italia la repubblica Cisalpina, spavento a Cesare che preparavasi a nuove battaglie, ai principi della penisola trepidanti di loro