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p r e s s o   g l i   E t r u s c h i , ec. 181

Cosi è più probabile che sian lavoro greco anziché etrusco due statue d’Apollo, una delle quali è nel museo Capitolino 1, e l’altra nel palazzo Conti, scopertasi in un piccolo tempio sotto il promontorio Circeo2. Per la stessa ragione io non oso afferire che lavoro d’etrusco scarpello sia piuttosto che di greco la Vestale (così erroneamente chiamata) del palazzo Giustiniani3, che è forse la più antica statua di Roma, e una Diana del museo d’Ercolano che ha tutti i caratteri dello stile etrusco. Quella, che con maggiore probabilità può dirsi opera etrusca, è la statua d’un così detto sacerdote di grandezza più che naturale nella villa Albani, conservatasi intera, all’eccezione delle braccia che le sono state rimesse. (Se ne veda la figura alla Tav. XVIII.). Ha dessa una positura perpendicolare, e i piedi giunti4: le pieghe della veste, che è senza maniche, sono tutte parallele, e posate una sull’altra come se fossero state soppressate: le maniche della sottoveste sono formate a pieghe minute ed aggricciate. Di questa maniera di vestire parlerò diffusamente più sotto trattando degli abiti femminili. I capelli cadongli sulla fronte in piccoli ricci sottili, come acchiocciolati, e quali veggonsi per lo più sulle teste degli Ermi; scendongli dinanzi da amendue i lati in quattro lunghe e serpeggianti ciocche; cadongli pure per dietro, ove s’annodano a qualche distanza dalla testa, e sotto il nodo pendono in cinque lunghi ricci, a egual lunghezza tagliati, i quali insieme uniti hanno a un di presso la forma d’una borsa da capelli lunga mezzo palmo.


§. 12. La


  1. Mus. Capitol. Tom. iiI. Tav. 14.
  2. Questa statua fu trovata in un piccolo tempio in riva al lago di Sorella, il quale aveva altre volte lo scolo in mare per mezzo d’un canale, che essendosi otturato cagionò il rialzamento delle acque, e la sommersione di que' contorni. Essendosi espurgato il canale, vi si trovatono alcune antiche barchette, le cui tavole erano attaccate con chiodi di bronzo: si scoperse il tempio ove stava la statua, e se ne vede ancora la nicchia di marmo messa a vaghi e fini ornati.
  3. Gall. Giust. Tom. I. Tav. 17.
  4. Non si possono dir giunti. Veggasi la Tavola.