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Pagina:Storia delle arti del disegno II.djvu/117

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presso i Greci e presso i Romani. 111

Questa verità risalterà meglio dall’ esame che farò del disegno, e della grazia propria allo stile bello.

[... la morbidezza nel disegno...] §. 8. Nel disegno si cominciò ad evitare quell’angoloso che vedeasi ancora nelle statue de’ grandi artisti, come di Policleto, e l’arte ne fu principalmente debitrice a Lisippo che imitò la natura, piucchè fatto non avevano i suoi predecessori1, tondeggianti facendo i contorni delle figure, che quelli facevano taglienti; e di questa maniera denno probabilmente intendersi quelle statue che Plinio chiama quadrate2, giacché anche oggidì chiamasi quadratura3 quel modo di disegnare ad angoli. Ma non ostante questo cangiamento nel disegno, continuarono a servir di norma agli artisti le forme della bellezza adottate nello stile antecedente, poiché n’era stata maestra la più bella natura. Quindi è che Luciano4, descrivendo una bella donna, ne prese il complesso e le parti principali dagli artisti dello stile sublime, e dai loro successori l’eleganza e quell’attrattiva che piace. Dovea nel sembiante somigliare alla Venere di Lenno, opera di Fidia; ma nei capelli, nelle ciglia, nella fronte alla Venere di Prassitele, della quale pur volea lo sguardo tenero e lusinghiero. Le mani dovean esser quelle della Venere d’Alcamene, scolaro di Fidia; sebbene, quando nelle descrizioni di belle mani trovansi addotte in esempio quelle di Pallade5, intendersi debba probabilmente la Pallade di Fidia stesso, come la più celebre. Abbiamo già osservato che le mani scolpite da Policleto riputavansi le più belle di tutte6.


§. 9. I la-


  1. Plin. lib. 34. cap. 8. sect. 19. §. 6.
  2. Ho fatto vedere il contrario qui avanti pag. 107. not. a.
  3. Lomazzo Idea del Tempio della Pitt. cap. 4. pag. 15.
  4. Imag. §. 6. op. Tom. iiI. p. 463. seq.
  5. Anthol. lib. 7. num. 100. vers. 1.
  6. ibid. num. 109. [Ho già notato nel Tomo I. pag. 382. not. b., che questo luogo non va inteso delle mani scolpite da Policleto, ma della di lui perizia nello scolpire: nel qual senso, e antonomasticamente per le opere, parlano tanti altri scrittori quando nominano le mani di un artista; come tra gli