Pagina:Storia delle arti del disegno II.djvu/163

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presso i Greci e presso i Romani. 157

§. 24. Portavansi statue di legno nelle pubbliche processioni; e leggiamo nel testè mentovato storico, che ciò si fece quattr’anni dopo la conquista di Siracusa nell’anno duodecimo di quella guerra. Avendo il fulmine percosso il tempio di Giunone Regina sull’Aventino, fu decretato per allontanarne i sinistri augurj che due di lei statue di cipresso, venerate in quel tempio, portate fossero in giro per la città coll’accompagnamento di ventisette fanciulle in lungo ammanto, che cantassero inni alla dea1.

§. 25. Quando Scipione Africano il seniore ebbe scacciati i Cartaginesi da tutte le Spagne, e stava per andarli ad assalire nell’Africa stessa, i Romani dello spoglio de’ nemici fecero fondere dei simulacri in argento del peso di mille libbre, e una corona d’oro di dugento, che mandarono in dono all’oracolo d’Apollo in Delfo2.

§. 26. Terminata la guerra de’ Romani contro Filippo re di Macedonia, padre dell’ultimo re Perseo, L. Quinzio portò nuovamente dalla Grecia in Roma moltissime statue di bronzo e di marmo, con molti vasi elegantemente lavorati; e nel suo trionfo di tre giorni (avvenne quello nell’olimpiade cxlv.)3 furono pubblicamente portate come parte dello spettacolo4. Tra quelle prede eranvi dieci clipei o scudi d’argento e uno d’oro, e cenquattordici corone pur d’oro, date in dono dalle greche città. Poco dopo, e un anno avanti la guerra contro Antioco il Grande, sul tempio di Giove in Campidoglio fu collocata una quadriga indorata, con dodici scudi pur indorati5; e quando Scipione Africano come legato di suo fratello, disponevasi d’andare al campo contro il summentovato re, fece nella salita del Campidoglio


erge-


  1. Liv. lib. 27. cap. 31. n. 37.
  2. idem lib. 28. cap. 24. n. 45.
  3. L’anno 558. di Roma.
  4. idem lib. 34. cap. 26. n. 52.
  5. idem lib. 35. cap. 32. n. 41.