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164 Storia dell’Arte presso i Greci

della Storia. Cominceremo ad esaminarla nelle circostanze esterne della Grecia, che una grandissima influenza ebber su di essa; poiché se le scienze, e la saggezza medesima dipendono dai tempi e dalle vicende, ben maggiormente ne dipende l’arte, che per lo più mantiensi del superfluo, e vien sostenuta dall’ambizione. Ragion vuole per tanto, che io in questa Storia vada di mano in mano indicando le circostanze, in cui trovaronsi i Greci; il che farò brevemente, e sol quanto farà necessario al mio scopo. Risulteranne che l’arte debbe principalmente alla libertà i suoi progressi e la sua perfezione1.

§. 1. Deggio avvertire che, scrivendo io qui la Storia dell’Arte, e non degli artisti, non vi si troverà la loro vita, che in molti altri libri può leggersi, ma tutte ne faranno indicate le opere ragguardevoli, ed alcune faranno esaminate secondo i principi dell’arte medesima.

[Artisti più antichi] §. 2. Ometterò anche di far menzione di alcuni artisti rammentati da Plinio e da altri, poiché non potrei che riferirne il nome e le opere, senza ricavarne nessuna istruzione; ma un’esatta nota cronologica darò de’ più antichi greci maestri, si perchè questi sono sovente omessi da’ moderni che la storia degli antichi artisti hanno scritta, sì perchè nell’indicar le opere loro si additano in qualche maniera i progressi dell’arte.

[Dedalo.]

§. 3. Esercitavansi già le arti del disegno antichissimamente ai tempi di Dedalo; e Pausania, il quale vivea nel secondo secolo dell’era cristiana, scrive che a’ giorni suoi vedeansi


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  1. È un principio favorito del sig. Winkelmann che la libertà abbia sempre avuta una grandissima influenza sulla perfezione delle arti; ma il ragionamento, e la storia provano sovente l’opposto. Il sig. Heyne, prendendo ad esaminare le epoche degli antichi artisti fissate da Plinio e dal nostro Autore, ne rileva gli abbagli: fa vedere che da tutt’altro principio partirono coloro che a certe date epoche nominarono gli artisti celebri: confuta principalmente Winkelmann intorno ai pretesi vantaggi apportati dalla libertà alle arti, e avverte alcuni suoi anacronismi. Daremo un breve estratto della sua dissertazione alla fine del Libro X.