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250 | Storia delle Arti |
stato il primo, al dir di Plinio, che dipinse Ulisse con un cappello conico che poscia gii fu dato generalmente; onde possiamo inferire che sì i bassi-rilievi in marmo, che le gemme incise, nelle quali trovisi Ulisse con simil cappello, non posson essere lavori anteriori a quell’epoca1.
[Ritratti d’Alessandro.]
§. 21. Al pari de’ celebri artisti e de’ loro pregevoli lavori meritan d’essere qui mentovati i ritratti d’Alessandro, il quale non fu certamente men grande pei vantaggi apportati all’arte, che per le maravigliose sue intraprese. Non v’è alcun’immagine degli dei, degli eroi, o d’altri illustri mortali, che abbia tanto diritto di figurare nella storia delle arti del disegno, quanto quelle d’Alessandro, che ebbe in esse molta parte, che favorì e promosse quanto di bello e di grande si
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- ↑ A que’ tempi, o poco dopo fiorirono varj altri pittori. I più rinomati furono Pausia, Aristolao, e Nicia. A Pausia da Sidone Plinio lib. 35. cap. 11. sect. 40. princ. attribuisce la gloria d’essere llato il primo a dipingere le volte delle stanze. I quadri piccoli, e specialmente le figure dei puttini erano la sua occupazione più favorita. Riuscì per altro anche in opere grandi. Tra quelle la più celebre è stata un sagrifizio di giovenchi, uno de’ quali era messo in iscorcio con tal maestria che molti tentarono bensì d’imitarlo, ma che nessuno arrivò giammai ad uguagliare. Attese ancora a dipinger fiori, rendutosi emolo della bella Glicera inventrice di vaghe corone tessute di fiori. Figlio e discepolo di Pausia è stato Aristolao, pittore severissimo detto da Plinio l. 35. c. 11. sect. 40. §. 31., che rammenta eziandio varie opere del suo pennello. Fra i pittori ateniesi si novera da Plutarco Bellone an pac. clar fuer. Athen. pag. 346. princ. oper. Tom. iI. anche Nicia, eccellente nel chiaroscuro, talchè le sue figure distaccate sembravano dal fondo del quadro. Plinio lib. 35. c. 11. sect. 40. §. 31. lo dice diligentissimo nel dipinger femmine, e felicissimo nel rappresentar cani. Era sì grande la sua applicazione al lavoro che interrogava spesso i suoi servi: ho io desinato? Plut. An seni sit ger. respubl. oper. Tom. iI. pag. 786. B., Ælian. lib. 3. c. 31., & Stob. Serm. 29. pag. 206. lin. 34. Gli Ateniesi, a’ quali fece dono d’un quadro, per cui ricusato avea sessanta talenti, Plin. loc. cit., gli eressero un monumento sepolcrale nel luogo destinato a chi meritavasi l’onore della pubblica sepoltura. Paus. lib. 1. cap. 29. pag.74. [ È nominato qui fuor di proposito, avendone già parlato Winkelmann a suo luogo avanti pag. 232. seg.]. Potrebbersi qui anche nominare Asclepiodoro assai stimato da Apelle per la simmetria, Plin. l. 35. c. 10. sect. 36. §. 21., Nicotane pittor elegantissimo, ibid. %. 23., Nicerote ed Aristippo figliuoli e discepoli d’Aristide, e più altri riportati da Francesco Giunio, il quale scrisse diffusamente e con molta erudizione le vite degli antichi artisti. Facendo Crasso presso Cicerone De orat. lib. 3. cap. 25. n. 98. il confronto delle pitture di quelli più antichi maestri con quelle de’ pittori che fiorivano a’ tempi suoi, nota il diverso effetto da amendue prodotto. Le recenti, siccome più vaghe per bellezza e per varietà di colori, solevano piacer alla prima; ma ben presto perdeano gran parte del pregio: laddove le più antiche non destavano da principio impressione sensibile nell’animo, ma poscia più attentamente rimirate appagavano più delle altre, non ostante quel non so che di ruvido e disusato che vi si ravvisava. Di ciò ne assegna la ragion Dionisio d’Alicarnasso De Isæo judic. n. 4. oper. Tom. iI. pag. 167.: „Gli antichi, dic’egli, erano gran disegnatori, che sapevano perfettamente tutta la grazia e la forza dell’espressione, quantunque il loro colorito semplice fosse e poco variato. Ma i moderni, più intenti a distinguersi nel colorito e nelle ombre, non disegnano sì esattamente, nè le passioni trattano con egual successo„.