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280 Storia delle Arti

terra colle spazzature della stanza; onde quell’opera chiamavasi ἀσάρωτος οἶκος (la casa non spazzata). Nel medesimo pavimento, e probabilmente nel mezzo, v’era una colomba che beveva ad una tazza, e vedeasene l’ombra nell’acqua, mentre altre colombe sull’orlo della tazza medesima pareano stender le ali al sole e ripulirsi col becco1. E’ stato disotterrato nella villa d’Adriano a Tivoli un musaico rappresentante il medesimo soggetto, ed alcuni vogliono che sia lo stesso ivi per ordine dell’imperatore trasportato da Pergamo; ma io molto ne dubito, e addurronne altrove le ragioni2.

§. 9. Poichè allora l’alto prezzo, a cui pagavansi gli antichi libri, indusse gl’impostori ad attribuire a celebri scrittori le opere proprie; ragionevole sospetto nascer dee che per la ragion medesima gli artisti vendessero i loro lavori sotto il nome de’ gran maestri de’ bei tempi dell’arte. Di tale impostura diffati ne abbiamo tuttora le prove sott’occhio, come s’è già detto altrove3. E’ pur verosimile che cominciasse allora il tempo de’ copisti, opera de’ quali sono que’ molti Satiri4 esattamente fra di loro somiglievoli, che ci sono restati, e che creder deggiamo copie del celebre Satiro di Prassitele. Lo stesso dicasi di parecchie altre figure che lavorate scorgonsi sul medesimo modello, quali sono, a cagion d’esempio, due Sileni con Bacco ancor fanciullo fra le braccia, nel palazzo Ruspoli, simili interamente al famoso Sileno della villa Borghese; e le varie figure dell’Apollo Sauroctono, copie senza dubbio di quello di Prassitele, che era celebre sotto quello nome5. Sono pur note le molte Veneri messe nella stessa positura di quella del medesimo


scul-


  1. Plin. lib. 6. cap. 24. sect. 60.
  2. Vegg. appresso al Libro XII. Capo I. §. 8. e segg.
  3. Vegg. qui avanti pag. 240.
  4. Vegg. Tom. I. pag. 292. not. a.
  5. Vegg. qui avanti pag. 223. Cosi si dica delle tante copie del famoso Discobolo di Mirone, delle quali abbiamo parlato sopra alla pagina 213. L’impostura però non poteva aver luogo nè in queste, nè in quelle di Prassitele, che sono in marmo; essendone stati gli originali in bronzo.