Pagina:Storia delle arti del disegno III.djvu/406

Da Wikisource.
388 D i s s e r t a z i o n e

io non trovo neppur accennata fra le opere stampate di questo s. Pontefice; e parte non saprei con qual fondamento. Prima lo paragona con altra fabbrica poco distante, che chiama il Terebinto di Nerone, dicendo che amendue aveano due gironi, vale a dire due torri, che gironi si dicevano ne’ bassi tempi1; e volea dire della parte superiore, e della inferiore, ove erano i portici, che essendo rotonde le paragona a due torri: poi siegue a dire, che tutta la Mole, cui dà il nome di Tempio, e Memoria d’Adriano, era di mirabile grandezza, coperta tutta di marmi, e ornata di varie istorie; intorno circondata di cancelli di bronzo con pavoni dorati, e toro di bronzo, de’ quali pavoni due erano nel cantaro, o vaso del Paradiso, ossia l’atrio di s. Pietro2, ora nel giardino di Belvedere. Nei quattro angoli di sotto erano quattro cavalli di bronzo dorato, e da ciascuna delle quattro parti una porta di bronzo: nel mezzo del giro, ossia nella torre superiore, era il sepolcro di Adriano di porfido, trasferito poi al Laterano per sepolcro d’Innocenzo II., e il coperchio era nel suddetto Paradiso sopra il sepolcro del Prefetto: In Naumachìa juxta ecclesiam s. Maria in Transpadina est sepulcrum Romuli, quod vocatur Meta, quæ fuit miro lapide tabulata, ex quibus opus graduum s. Petri peractum fuit. (Hæc) habuit circa se plateam tiburtinam viginti pedum, cum cloaca, & floribus suis. Habuit quoque circa se Terebynthum Neronis, tantæ altitudinis quantum est Castellum Adriani imperatoris, miro lapide tabulatum: quod ædificium rotundum fuit (cumi) duobus geronibus sicut Castellum; quorum labia erant cooperta tabulis lapideis pro stillicidiis, & juxta hoc ædificium crucifixus fuit B. Petrus Apostolus. Est & Castellum, quod


fuit


  1. Muratori Antiq. medii ævi, dissert. 26. Tom. iI. col. 504., Du Cange Glossar. med. & inf. latin. v. Gyro.
  2. In prova del significato di questa parola vedi monsig. De Vita loc. cit. dissert. 5. cap. 5. pag. 416., e monsig. Borgia Mem. istor. di Benev. Par. iiI. vol. 1. pag. 90.