Pagina:Storia di Milano I.djvu/378

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e misto imperio. Il re Enrico doveva abbandonare la Lombardia, ed inoltrarsi verso Roma, ove ricevette la corona imperiale. Egli aveva in animo di sottomettere il regno di Napoli, ma gli mancavan i denari; non è quindi maraviglia che, volendo egli trar profitto dalla carica di vicario dell’Impero, la concedesse ad un uomo che gli dovea tutto, cioè a Matteo Visconti. (1313) Passò poi quel buon imperatore nella Toscana, ove a Buonconvento, morì il giorno 24 agosto 1313. La controversa cagione della di lui morte non è un oggetto appartenente alla storia di Milano. L’arcivescovo di Milano era uno della casa della Torre, cioè Cassone della Torre; e doveva vivere esule dalla sua patria, seguendo il destino della sua famiglia. Egli dalla Francia, ove stavasene ricoverato presso del papa, si portò a Pavia, città che allora non era dominata dai Visconti, e l’anno 1314 da Pavia scrisse a Matteo Visconti una lettera che comincia così: Cassonus etc. Viris utinam providis Mattheo Vicecomiti, vicario et rectori, sive capitaneo, potestati, sapientibus et antianis, consiliariis, consulibus, consilio, Communi civitatis Mediolani, et Galeatio, Luchino, etc.; indi espone i mali fatti alle possessioni della mensa arcivescovile, e conclude: ut ideo tu Mattheus Vicecomes, et alii ut supra nominati, nisi vos emendaveritis de praedictis, in perpetuum excomunicamus, anathematizamus, omnique commercio humano ac ecclesiastica sepultura atque sacris ordinibus privamus. Pare che questo sia stato il primo annunzio degli anatemi che vennero scagliati dappoi. Matteo era uomo cauto e pacato. Poco a poco stese la sua dominazione su Piacenza,