Pagina:Storia di Milano I.djvu/381

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de’ rivali della sua famiglia. Non vedendo quindi Cassone della Torre speranza alcuna di ritornare al possesso della sua sede arcivescovile, cercò dal papa il patriarcato di Aquileia, e il papa glielo conferì. Poichè Matteo Visconti seppe essere vacante la sede metropolitana, maneggiò la cosa in modo, che gli ordinari passarono ad eleggere arcivescovo Giovanni Visconti, altro figlio di Matteo. Cassone della Torre era stato parimenti eletto dagli ordinari l’anno 1308, senza che il papa Clemente V vi facesse opposizione. Questo era il metodo delle elezioni praticato sempre nella nostra chiesa, prima che Urbano IV, di propria autorità, eleggesse l’arcivescovo Ottone Visconti, l’anno 1262. Con tutto ciò il papa non badò punto alla canonica elezione fatta dagli ordinari, e in Avignone consacrò arcivescovo di Milano certo frate francescano, per nome Aicardo. L’elezione che aveva fatta il papa dell’arcivescovo Ottone poteva comparire in qualche modo giustificata, attesa la discordia degli ordinari, che da più anni lasciavano sprovveduta del pastore la chiesa milanese. Ma questa non curanza d’una elezione regolare e canonica non poteva comparire altrimenti che una ostilità. Matteo Visconti era cauto, moderato; ma non era pusillanime. Non permise mai che frate Aicardo ponesse il piede ne’ suoi Stati.

Matteo Visconti aveva cinque figli: Galeazzo, Luchino, Marco, Stefano e Giovanni, creato arcivescovo. Sebbene Galeazzo, Luchino e Stefano abbiano mostrato valor militare in ogni occasione presentandosi ai nemici, Marco però li superava, e aveva i talenti d’un buon generale. Fu spedito dal padre a tentare la conquista di Genova; e l’impresa non riuscì; perchè il re Roberto di Napoli