Pagina:Storia di Milano I.djvu/539

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lui; quindi il Vignate, fidandosi al gius delle genti, senza alcun sospetto veniva qualche volta a Milano. (1416) Egli un dì non ebbe timore di porre piede nel castello in cui stavasene appiattato ed invisibile il duca; ed ivi, il giorno 19 di agosto dell’anno 1416, venne a tradimento arrestato, malgrado la tregua, e trasportato a Pavia, ove fu riposto in una gabbia di ferro. Contemporaneamente le truppe ducali sorpresero Lodi e fecero prigionieri Luigi Vignate, figlio del conte; il padre ed il figlio passarono nelle mani del carnefice; e con tal mezzo il duca s’impadronì di Lodi. Loterio Rusca, signore di Como, credette di fare un buon contratto cedendo al Duca la sua sovranità per quindicimila fiorini d’oro. Crema ritornò in potere del duca, perchè il nipote del conte di Crema, Giorgio Benzone, tradì suo zio e v’introdusse le armi ducali.

Stavasene il duca Filippo Maria inaccessibile nel castello di Milano, senza che mai fosse veduto nella città. Le strade di Milano, le mura istesse diroccavano, e si lasciavano senza riparazioni. Quel principe credeva all’astrologia; e questa era forse anco la sola norma della sua morale e di tutte le sue azioni. Quando la luna era in congiunzione col sole, egli s’intanava in qualche angolo del castello più solitario, e non voleva mai dare risposta, nè permetteva nemmeno che alcuno la desse per lui. Aveva una macchina egregiamente lavorata; quest’opera di orologeria dinotava il movimento dei pianeti, e quest’era l’oggetto della più frequente osservazione del duca. Se taluno lo interpellava per avere i suoi ordini del momento che egli credesse infausto, o taceva, ovvero rispondeva soltanto: aspetta un poco. Egli aveva i