Pagina:Storia di Milano II.djvu/215

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fu il primo a passar l’Adda, il che animò l’esercito a seguirlo. Lautrec si ricoverò in Milano, dove arrivato, o per non perder l’occasione di saziar l’odio prima conceputo, o per mettere con l’acerbità di questo spettacolo terrore negli animi degli uomini, fece decapitare pubblicamente Cristofano Pallavicino; spettacolo miserabile per la nobiltà della casa, e per la grandezza della persona, e per l’età, e per averlo messo in carcere molti mesi innanzi alla guerra. Questo illustre signore, parente della casa Medici, forse in odio del papa mandato dal Lautrec al patibolo, aveva settantacinque anni. Dopo l’affare di Vaprio, Lautrec entrò in Milano il giorno 10 di novembre 1521, e il giorno 11, due ore avanti giorno, venne il Pallavicino decapitato sulla piazza del castello di Milano. Egli era stato fatto prigione con insidia dal fratello di Lautrec, ch’era compare di lui. Stavasi Cristoforo Pallavicino nel suo castello di Buffetto dove accolse l’insidiatore. Già sino dal giorno 6 di luglio il di lui nipote Manfredo Pallavicino era stato squartato vivo sulla medesima piazza del castello, e le sue membra poste sulle porte della città; et a molti altri gentiluomini milanexi, placentini, et dil Stato fureno tagliate le teste. Bartolomeo Ferreri, a detta del Guicciardini, insieme col di lui figlio, aveva terminati per mano del carnefice i suoi giorni. Insomma il Gaillard dice: le mareschal de Foix se ressasia de vengeances cruelles, et combla le dèsespoir des malheureux Milanois, le suplice fut le partage de tous ceux, qui avoient eu les moindres relations avec Moron.