Pagina:Storia di Milano II.djvu/225

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uomo nemico del contestabile, creatura della duchessa, e degno di tal protettrice, intentò una lite a nome del re al contestabile per ispogliarlo di tutti i suoi feudi, il Borbonese, l’Auvergne, la Marche, il Forêt Beaujolis, Dombres e molte altre signorie. La lite cominciò collo spogliare il contestabile, e porre i suoi beni sotto sequestro. Egli era il secondo principe del sangue reale, il primo pel suo merito e contestabile del regno. Carlo V, che avea l’occhio sulla Francia, colse il momento opportuno, e, per mezzo del conte di Beaurein, fece al contestabile le più vantaggiose proposizioni: si trattava d’invadere la Francia, e colle armi spagnuole dare al contestabile la sovranità delle terre sue, con aggiunta di altre: contemporaneamente Arrigo VIII dovea invadere altre province, sulle quali l’Inghilterra avea delle pretensioni. Così il re di Francia diventava un principe da non più contrastare a Carlo V. La trama venne scoperta. Il contestabile, a stento, travestito, si pose in salvo nella Franca Contea. Il re Francesco avrebbe voluto che il parlamento di Parigi fosse sanguinario contro i complici, e lo mostrò tenendo un letto di giustizia, e rimproverando al medesimo le sue mitigate sentenze. Coloro che credono siffatti intrighi di corte invenzione dei tempi a noi più vicini, leggano meglio la storia. Così debbe accadere ogniqualvolta un principe d’animo debole si lasci dominare; e peggio poi, se da due opposti partiti. La duchessa d’Angoulême voleva comandar sola. La contessa di Chateau-Briant voleva aver parte al comando. Il duca di Bourbon, prendendo il partito di Carlo V, comparve un fellone. In fatti egli lo era. Coriolano pure per altra cagione tale si mostrò. Se non posso far l’apologia del duca di