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CAPO VIGESIMOQUARTO


Battaglia di Pavia. Il re Francesco I rimane prigioniero. È condotto a Madrid. Sua liberazione. Vicende in questi tempi della lega di Francesco Il Sforza, duca di Milano, e di Girolamo Morone


Leone X, alleato di Carlo V, avea terminata la vita, siccome si è detto di sopra, nel tempo appunto in cui si otteneva lo scopo della Lega col discacciare i Francesi dalla Lombardia. Adriano VI, suo successore, nel breve suo pontificato d’un anno e mezzo, o poco più, si mostrò piuttosto sacerdote che sovrano. Clemente VII Medici, cugino di Leone X, fu creato sommo pontefice, mentre i Francesi, sotto Bonnivet, se ne ritornavano al loro paese, dopo un tentativo infelice per occupar Milano. Dovevasi ognuno promettere che questo papa mantenesse la lega; poichè ei da cardinale l’aveva formata; ma così non avvenne. Clemente VII si unì col re Francesco I, promettendogli il regno di Napoli, e ricevendo dal re la guarenzia dello Stato Ecclesiastico e della repubblica fiorentina per la casa Medici. Tutto però segretamente si fece nel tempo in cui durava l’assedio di Pavia. (1525) Frattanto il vicerè Lannoy aveva sprovveduto il regno di Napoli di soldati, i quali erano in marcia alla vôlta del Milanese; laonde il re staccò il principe Stuardo di Scozia, duca d’Albania, con ducento lance, seicento cavalleggieri e quattromila fanti, e comandògli di marciare verso Napoli per occupare quel regno; la quale sconsigliata impresa lo indebolì poscia a fronte de’ nemici, e fu una delle cagioni delle rovina della sua armata e della perdita della sua libertà. Il Lannoy non si curò di far correre dietro al duca d’Albania, e unicamente rese avvisati i comandanti de’ presidii del Napolitano per la difesa; per tal modo schivò il pericolo di perdere il Milanese col Napoletano, e poterono le forze rivolgersi tutte al soccorso di Pavia. La