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148 libro secondo

signore. Cresce l’amor del vecchio per lui: Voglio, gli dice, che dopo la mia morte tu sia signore di tutta la terra che possiedo; e di nuovo lo manda con ricchi doni a Pavia per ottenere che il diletto Rug­giero succeda nel comitato. Il vasso, che sempre parlava bene, questa volta parlò meglio, e fece ezian­dio, col dono di ricchi monili, parlar la regina. E però ottenne l’intento. Morto frattanto Rodolfo, Rug­giero ne sposò la vedova, e fu conte. Ebbe costui due figliuoli che chiamò dal nome suo e dal fraterno Ruggiero ed Arduino. Arduino poi fu padre di Maginfredo.

Quest’Arduino, chiamato Glabrione, fu quello che acquistò probabilmente tra il 940 ed il 945 il do­minio del comitato torinese, ed occupò la valle di Susa, diserta allor d’ogni bene, e quasi vuota d’abi­tatori per le corse e le depredazioni de’ Saracini. Della quale occupazione molto si dolsero i monaci della Novalesa che ne possedevano una parte. Ma molto più si dolsero quando Arduino, assai cupido di beni temporali, si fece investire dal re Lotario della badia di Breme in ragion di commenda.

Era universale in que’ corrottissimi e simoniaci tempi l’esecrando abuso di concedere ora a’vescovi, ora a’laici, chiese e badie in commenda; ed i commendatarii, massime laici, attendeano a spolparle, piuttostochè a reggerle o farle reggere degnamente.

Correva il 950, ed era il novembre, quando venuto