Pagina:Storia di torino v2 cibrario 1846.djvu/144

Da Wikisource.
140 libro secondo

che v’era attiguo. I canonici ed i monaci si seppellivano nel chiostro della canonica o del monastero. Ai soli vescovile talvolta ai principi, più raramente ai semplici sacerdoti, ed ai morti con opinione di santità era concesso di riposare entro al sacro recinto; e siccome in varie epoche e in varii luoghi, o per divozione, o per ambizione erasi cominciato ad interrare i cadaveri nelle chiese, non mancarono più concilii di vietarlo; altri ancora disposero che più non s’uffiziassero quelle chiese in cui si vedessero a soprabbondare i sepolcri.

Ma, come abbiam veduto, sul finir del secolo xiii, la parte sotterranea delle chiese diventò sepolcro comune di tutti i fedeli. E solamente alcuna delle più grosse parrocchie, come a Torino il duomo, ebbero ad un tempo e sepolture in chiesa, e Campo Santo fuori di essa.

Le regole del seppellire a Torino eran queste. I fedeli che morivano senza elezione di sepoltura, erano portati alla parrocchia; se forestieri, al duomo; e per forestieri s’intendeano quelli che non aveano domicilio permanente in città. Que’ cittadini per altro che aveano un sepolcro famigliare in altra chiesa che nella propria parrocchia vi erano portati senza contrasto. Ma sempre il parroco del domicilio interveniva alla sepoltura, e partecipava agli emolumenti.

Le sepolture poi delle chiese più antiche erano