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capo sesto 247


Altra volta furono ripresi i lavori a’ tempi di Vittorio Amedeo iii, e nel 1787 si cominciò la facciata; ma di nuovo i casi di guerra e le angustie dell’erario ne vietarono il proseguimento, finchè il re Carlo Felice nel dicembre del 1824 ordinò si continuasse quella fabbrica e si conducesse a compimento. Ma solo in luglio del 1830 s’approvarono i progetti dell’ingegnere Michela e si stanziarono i fondi necessari. L’èdifizio era compiuto nel 1838.14 In novembre la Regia Camera si adunava nella nuova aula a ponente; s’adorna la medesima di pilastri d’ordine ionico e sotto Timposta di sedici alti rilievi; dieci sono i medaglioni e vi si raffigurarono con ottimo pensiero dieci de’ più famosi giureconsulti nazionali; sei rappresentano genii seduti addossati l’un all’altro e scriventi. Nella illustrazione che ne fu pubblicata si chiamano il genio giureconsulto ed il genio cancelliero. Idea piena di novità, non essendosi mai detto od imaginato che il genio bazzicasse tra i cancelli degli attuarii.

Il Senato tenne in questo palazzo le sue prime sessioni il 6 di marzo 1839. Belle sono tutte le sale in cui siedono le classi civili, bellissima, a parer mio, quella dell’angolo sud-ovest: graziosa, sebbene un po’ troppo carica d’ornamenti, è l’aula in cui si raccoglie la prima classe civile, adorna di colonne corinzie, etra gl’intercolunnii d’emblemi, di religione, di milizia, di scienze, di commercio e d’agricoltura; in