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256 libro secondo

questa casa servì giovanissimo Gian Jacopo Rousseau in condizione di lacchè; ma il vecchio conte di Govone, conosciutone l’ingegno, lo trattava con molti riguardi; anzi l’abate suo figliuolo che avea fatto ottimi studi nell’università di Siena, piacevasi d’ammaestrarlo e di compierne l’educazione col pensiero d’avviarlo poscia per la carriera diplomatica. Una di quelle bizzarrie subitanee dell’indole selvaggia e morbosamente sensitiva di Rousseau lo fece uscire di quella casa e lo risospinse al di là dai monti in traccia d’avventure, tra ’l buio degli errori, le dorate lusinghe de’ sogni, il soffio delle tempeste.

Proseguendo il cammino, si trova sul canto della via d’Italia la chiesa di San Domenico coll’annesso convento. Fu fondato verso l’anno 1260 per opera di frate Giovanni, torinese, domenicano del convento di Sant’Eustorgio di Milano, il quale, non contento d’aver procurato alla sua città natale il benefìcio di una congregazione d’uomini nel ministero apostolico della predicazione e nella scienza teologica segnalatissimi, volle dotarla d’una biblioteca molto rara e copiosa.

Chiestane licenza al generale n’ebbe questa risposta:

Al carissimo figliuolo in Gesù Cristo, frate Giovanni di Torino, dell’ordine de’ Predicatori,

Frate Giovanili, de’ frati dell’ordine medesimo,