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capo settimo 257

inulil servo. Salute ed affetto dì sincera dilezione.

Essendosi per diligenza vostra procurato che nella città di Torino si abiti un convento del nostro ordine, e la novella piantagione essendo priva del conforto dei libri e dovendo con pietosi ed opportuni sussidii alleggerirsele il peso della povertà, col tenore delle presenti vi concedo facoltà di disporre de’ vostri libri in favor di detto convento, come alla discrezi on vostra parrà conveniente. State sano e pregate per me. Dato a Milano Vanno del Signore 1266 a’ 16 d’aprile.

Il padre Giovanni da Torino avuta questa licenza si die a procacciar libri e ne adunò tanti che sommavano a più centinaia, e formavano a que’ tempi, avuto riguardo anche al loro valor venale, un vero tesoro; e con istrumento del 17 giugno 1277 ne fe’ donazione alla casa di Torino.1

Fra le opere donate v’erano anche i sermoni del donatore, poichè pochi o nissuno di que’ frati falliva allora al proprio nome. Tutti predicavano e molti con tanta forza da dover alzar pergamo, non in chiesa ne in piazza, ma in campo aperto, dinanzi a più migliaia d’uditori.

La chiesa di Torino fu rifatta nel secolo xiv nel sito che prima occuparono le case della famiglia del Po (de Pado).

La chiesa avea, secondo le memorie del convento,

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