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268 libro secondo

e di lanli altri pericoli in cui inciampano le inquisizioni che si velano fino all’ultimo coll’ombra del più rigoroso mistero, ed in cui perciò la giustizia corre gran rischio di naufragare. Ecco in quali termini scriveva all’Inquisitore circa al 1514 Bianca di Monferrato duchessa vedova di Savoia, virtuosissima principessa:

R.de in xpo pater amice et orator noster carissime. Il castellano nostro de Vigono13 ne ha dato auiso corno voi et il R. Vicario de Susa hauiti comenzato a procedere a la inquisitane de le persone heretiche precipue contra certa femina forestiera in el dicto loco. Et che le R. V. hano assai informatone contra alchuni di epso loco medesimo. Et che vollentieri essendo del nostro piacere procedeiano contra dicti maculati del dicto crimine: sia homo o femina.

Siamo contenta se proceda alla dieta inquisitione. Mediante che per le R. V. o li deputandi per quelle e proceda debitamente come iusticia richiede e non sinistramente ne a peticione di alchuna persona como ut plurimum se sole fare. Perchè accadendo tal cossa oltre che saria contra Dio ne saressimo malcontenta, et facendo le prefate R. V. o per li deputandi di epse il debito de la rasone corno crediamo ferano non sera causa alchuna di querella verso noi ni