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capo primo 301

lacerato versa lagrime più amare che morte! Tu allora scendi, pietosa amica, nella travagliatamente, o Maria, e stornandone con sapiente violenza lo sguardo da una muta e fredda spoglia, da un triste avello, lo sollevi a più beate regioni, egli mostri, sfavillanti d’immortal riso, i suoi cari, preganti perchè l’esule alfìn li raggiunga …

La cupola di questa cappella fu cominciata in aprile e finita il 27 settembre del 1703. Venne poi dipinta sui disegni del celebre Giuseppe Galli Bibiena da Giambattista Alberoni di Modena, per quel che appartiene ad architettura. Pennelleggiò le figure Giambattista Crosato veneziano, peritissimo singolarmente nell’arte di dar rilievo a’ suoi dipinti, come si può vedere anche alla Vigna della Regina: ora questi bei dipinti sono già alquanto smarriti.

Il già mentovato Cervetti è autore di sei quadri appesi attorno al primo cornicione della cupola.

La chiesa fu lastricata nel 1714 a spese della contessa di Scarnafiggi.

La cappella sotterranea fu squisitamente adornata, come già accennammo, di scelti marmi dalla città di Torino. Il giallo di Verona copre le pareti. I pilastri sono di ravacchione bigio di Carrara. La balaustra, le ringhiere di ferro battuto. Vi si vedono le statue di S. Massimo e di S. Francesco di Sales, di legno, d’Ignazio Perucca; ed un acquasanlino di bronzo d’egregio lavoro di madamigella Fauveau,