Pagina:Storia di torino v2 cibrario 1846.djvu/307

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capo primo 303

parte mezzana del quadro è occupala da tre angioli: uno in mezzo colla spada sguainata e col motto potestas principis; uno a destra colla bandiera dell’Annunziata, e col motto princeps statvs: il terzo a sinistra colla bandiera del Santo Sudario, e col motto tvtelaris civitatis. Nel piano poi havvi una veduta di paese, nel quale la città di Torino, ed il Santo Angelo Custode coll’anima d’un eletto, che ha il demonio sotto ai piedi. Fu dipinto nel 1604 a spese di Marc’Antonio Bayro.15 Il Parentani imitava con buon successo lo stile della scuola romana, e fu molto adoperato da Carlo Emmanuele i per l’adornamento de’ suoi palazzi e della sua famosa galleria. Fu discepolo del Parentani un Francesco Demaria da Tortona; e credo fosse suo figliuolo il capitano Agostino Parentani che lavorava eziandio di pittura, e che nel 1640 delineò una carta di Torino che fu incisa da Gio. Paolo Bianchi.16

Il quadro di S. Rocco fu dipinto nel 1716 dal cav. Beaumont per la confraternita di questo nome. Ma non potendo egli accordarsi co’ battuti intorno al prezzo, lo fe’ portar via e lo donò alla città, la quale lo collocò alla Consolata nella sua cappella di S. Valerico.17

Altri quattro dipinti, due in forma di mezzaluna, due quadri, vedonsi nella libreria, e rappresentano la nascita di Maria, la Vergine che sale i gradini del tempio, lo Sposalizio, la Concezione. Furono