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342 libro terzo

della sua nobile schiatta: Optimum omnium bene agere. Non aveano sede fissa, ma qua e cola pigliavano stanza gli arcivescovi, dopoché Emmanuele Filiberto occupò il loro antico palazzo.

In fondo alla strada una povera casa moderna cela quella magnifica struttura romana delle torri, e l’antica Porta Palatina è convertita in carcere.

Trasportiamoci col pensiero al quindici d’agosto del 1574, e vedremo tutta questa strada parata a gran festa, e affollarsi per quella il fior di Torino, ed i magistrati ed il clero, e il principe stesso onde ricevere Arrigo in, che dal trono di Polonia si trasferiva a quello di Francia, vacato per morte senza figliuoli di Carlo ix, di sanguinosa memoria.

Già da molti giorni tutte le arti della città aveano avuto precetto di concorrere all’addobbo della via che dovea percorrere S. M., dal ponte fino alla cattedrale, secondo lo scompartimento che ne avean fatto i deputati del Consiglio civico.

Ed in esecuzione di tali ordini, i legnaiuoli, falegnami e mastri da muro aveano fatto una frascata vicino al ponte di Dora presso ai mulini della città, dove Carlo Emmanuele principe di Piemonte dovea aspettare Sua Maestà.

Gli speronai, sellai, fabbriferrai, maniscalchi, ortolani, tessitori, ecc., aveano costrutta un’altra frascata dal principio del ponte levatoio di Porta Palazzo fino alla porta della città.