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capo secondo 343


Dentro la città poi aveano coperta la strada con tende, e l’aveano parata di tappeti dai due lati; gli osti, tavernieri e pellicciai, dalla porta della città fino alla porta grande di Scrimaglio;

I pizzicagnoli, panattieri e pellicciai, da detta porta fino al cantone del signor di Pingon;

I sarti, i calzolai ed i conciatori, dal canto del signor di Pingon fino al canto della casa di Rosate; gli indoratori ed i librai, dal canto di Rosate fino alla mezza porta del sig. Niccolino Ratto;

I procuratori e praticanti, da detto luogo fino all’osteria della Corona.

Dalla Corona sino al canto, ed alla quadra della casa del Marmusino, aveano coperto e tappezzato la strada facendo il giro che si conveniva per volgere a levante verso la Cattedrale i barbieri, gli armaiuoli e gli spadari.

La via che segue fino al Duomo era stata tutta coperta e parata dagli speziali e dai mercanti.

Il 15 d’agosto di quell’anno, giorno di domenica, alle ventitrè ore circa italiane, il giovanetto principe di Piemonte andò ad incontrar Sua Maestà Cristianissima presso li molini di Dora, e fattagli riverenza, rientrò subito in città pel bastione degli Angioli, onde avvisarne Madama Serenissima sua madre e zia del re.

Emmanuel Filiberto aspettò il re suo nipote alla porta della città. Giunto che fu gli fece riverenza, e