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378 libro terzo

nella casa de’ Missionarii di questa città il 22 di giugno del 1766; e Giuseppe Maria Luca Falcombello d’Albareto, vescovo di Salat, nel Périgord, morto a Torino il 20 di maggio del 1800. Ricorderemo poscia il sepolcro del già lodato abate Giovanni Pietro Costa, al quale posero i colleghi un ampio e ben meritato elogio;23 e quelli de’ canonici prevosti Bonaventura Roffredo di Saorgio, morto il 16 d’aprile 1829, Giovanni Gaetano Ferraris di Genola, morto il 24 d’agosto 1845, ed Arrigo Ruffino di Gattiera, piissimo e modestissimo prelato, morto il 5 d’aprile 1837, il quale ultimo lasciò allo spedale di San Giovanni un pingue legato; gli altri due lo instituirono erede d’ogni loro sostanza.

Molti altri canonici che qui dormono il sonno del giusto, incanutiti tra il dir le Iodi di Dio, l’esercitare il ministero apostolico, il servire e l’arricchir lo spedale, trapassarono una vita non celebrata fragorosamente per le bocche degli uomini, ma tanto più meritoria al cospetto di Dio, che scrive sul libro adamantino tutto ciò che si fa a gloria sua, e palese ed occulto, e fin le parole più segrete e i più segreti pensieri.

In una cameretta che si trova al di là delle tombe dei vescovi, addobbata una volta di tela nera, e sopra un palco addossato al muro, e che girava per tre lati della stanza funebre, erano deposte le bare