Pagina:Storia di torino v2 cibrario 1846.djvu/389

Da Wikisource.

capo quarto 385

vi confermiamo quei tre anni del pulpito di San Giovanni di questa metropolitana che vi sono stati accordati da fu S. A. R., mio signore e consorte, dopo i già conceduti in ultimo luogo, affinchè possiate dar compimento alla vostra Chiesa; com’è desiderio nostro per maggior gloria di Dio e salute del pubblico. E nostro Signore vi conservi ».

Il padre Caraffa per altro era già stato raccomandato per lettere date da Bologna, il 17 maggio 1652, dalla veneranda Infanta Maria di Savoia, che in diversi tempi propose pel medesimo ufficio Lorenzo Franci Agostiniano, Michel Angelo Silvano di Civitanova, dello stesso ordine, ed il padre abate D. Marcello Orafi da Verona, tutti predicatori d’alto grido.29

Nel secolo scorso e nel presente molti si segnalarono fra i segnalati a cui fu concesso di salir questo pulpito. Citerò fra gli altri l’abate Paparelli (1752), che poi fu vescovo di Cagli; il padre Valsecchi Domenicano, piemontese, illustre anche pe’ libri pubblicati; il padre Migliavacca Domenicano, milanese (1769-1773); il padre Porro, torinese, ministro degli Infermi (1774); l’abate Costaguti, poi vescovo di San Sepolcro in Toscana (17771782); il padre Campana Barnabita, torinese (1781); il padre Quadrumani Barnabita, milanese (1790-1795-1800); il padre Tonso Domenicano, le cui prediche sono stampate, che si gode onoratissimo l’ultima

Vol. II 49